2012
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questo è un mio pensiero, che pubblico online sul sito il 12-02-2012
Io non possiedo alcuna autorità per parlare di quello che accadrà nel 2012, come nessun’altro del resto; ma dal momento che continuo a sentire miriadi di teorie, più o meno spaventose e confuse a riguardo, ho pensato di dire la mia.
Non so se verremo prelevati da esseri superiori e trasportati di peso in un mondo migliore, se sia meglio arrampicarsi per il ventuno dicembre dell’anno a venire sulla cima più alta dell’Himalaya o della catena andina, e nemmeno se i “buoni” si salveranno e i “cattivi” invece no.
Tutti si lamentano del mondo in cui viviamo, della depauperazione delle risorse del pianeta, delle ingiuste condizioni di salute e alimentazione di metà dell’umanità, della violenza e l’intolleranza; ma allora perché pensando alla fine del mondo nessuno è contento? Per paura.
La paura domina le menti, le emozioni e la maggior parte dei comportamenti degli esseri umani. Tutti vogliamo pace, abbondanza, amore, gioia, fratellanza, gratitudine, salute e comprensione, eppure siamo circondati da rabbia, paura, nervosismo, insoddisfazione, sfiducia, guerre e malanni. Tutti si auspicano che finisca, che cambi, che succeda qualcosa che ci faccia voltare pagina; ci vorrebbe un miracolo. Allora perché, nel momento in cui con questo 2012 e le profezie che l’accompagnano, si è aperta una finestra, in men che non si dica è stata trasformata in una possibile tragedia? Distruzione, crollo, morte, fine, annientamento.
Mia figlia di dodici anni torna a casa da scuola e chiede: ma a cosa serve fare i compiti se tra 389 giorni moriremo tutti?
La finestra, la possibilità è stata inghiottita dalla paura. Lo sanno anche i bambini.
L’amore è una scelta: deve esserlo, solo così è vero, consapevole, sudato anche. L’amore va desiderato, ricercato, riconosciuto, ringraziato e scambiato. Ogni essere umano è libero di fare questa scelta, di decidere intenzionalmente dove dirigere la propria energia, a che cosa credere, per cosa vivere, su quale canale sintonizzarsi. Ognuno è libero di fare esperienza, trarre le proprie conclusioni e scegliere: questa è la vera libertà. Non quella di non impegnarsi a far famiglia, di ribellarsi al sistema e ai genitori, di viaggiare in capo al mondo. Quella di amare.
Se da qui al 2012 davvero si è aperta o si aprirà una possibilità di cambiamento, di nuovo mondo, allora bisogna scegliere, tutti quanti, ognuno per sé, che nuovo mondo vogliamo che sia. E poi mettersi attivamente a costruirlo. Ogni mattina appena svegli, ogni volta che non ci piace qualcuno, ogni volta che ripensiamo ai vecchi rancori, ogni sera prima di andare a dormire. Quando tutt’intorno aleggia una pesante coltre di dubbio e scarsità: scelgo l’amore. Quando vado così di fretta da dimenticare una carezza: scelgo l’amore. Quando la paura del futuro mi stringe lo stomaco e continuo a fare i conti: scelgo l’amore.
Il ritmo è accelerato, la frequenza si è alzata, in molti si accorgono che le cose viaggiano ad una velocità sempre più elevata. Quello che si trova in bilico cade, ciò che si sta esaurendo finisce, quello che è germogliato da poco sboccia già. Le vie di mezzo non reggono più, è necessario prendere una posizione. Scegliere da che parte si intende stare, in tutti i campi. Osare, sfidare la Vita onorandola, offrirsi.
Qualsiasi cosa sia, questo 2012 porta con sé un’enorme dose di energia: da nord a sud, da oriente a occidente tutti ne hanno sentito parlare e tutti si pongono delle domande. Il potenziale di energia che si sprigiona è immenso, conviene sfruttarlo al meglio. Con furbizia, creatività, visione. Non lasciamoci derubare acconsentendo alla paura, riconosciamo piuttosto che c’è molto che ognuno può fare: almeno del proprio meglio, che è sicuramente meglio di così.
“A voi la scelta: ergersi sulle proprie gambe da uomini, o accasciarsi in ginocchio come schiavi”- Pericle, da “I miei santi”, Hilda CharltonA tutti buona fine del mondo, e buon inizio del mondo nuovo!