Lasciare andare il passato
E’ primavera: tempo di rinascita e nuovi inizi, fiori che sbocciano e idee di cambiamento che germogliano nella mente e nella vita di tutti. Non sono solo le giornate che si allungano e le temperature che si fanno più miti e invitanti, è quella speciale energia che vibra nell’aria che risveglia i sensi e la voglia di fare progetti.
Il presente ci appare più leggero, il futuro ricco di nuove possibilità; e il passato? Il passato è sempre lì a ricordarci chi siamo stati, quello che abbiamo fatto di buono e anche dove abbiamo fallito o mancato, e a chiederci di imparare dal vissuto senza necessariamente portarcelo dietro per sempre.
In molti vogliono voltare pagina e non pensarci più, redimersi con qualche nuova azione per sconfiggerlo, distrarsi o fare un atto di volontà e guardare avanti rinchiudendo gli scheletri (se mai ce ne fossero) nell’armadio. Ma come si lascia andare davvero il passato?
Il passato si lascia andare con dolcezza. Il passato si lascia andare con amore.
Prendo in prestito dal Corso in Miracoli tre principi metafisici fondamentali (comuni in realtà a quasi tutte le tradizioni metafisiche) da mettere in pratica in questi primi giorni di primavera, che trovo davvero efficaci.
° L’unico momento che esiste veramente è il momento presente: il passato non è più, il futuro non è ancora. Il presente, il qui e ora, è tutto quello che abbiamo a disposizione; e non è poco, perché il momento presente contiene sempre in sé tutte le infinite possibilità creative e concede l’occasione, a ognuno, di trovare ed esprimere il meglio di Sé.
Non importa chi sono stato ieri, cosa ho fatto o non fatto, cosa ho detto o omesso di dire, quali pensieri limitati mi possano aver bloccato o causato dei problemi. Chi sono oggi? Che cosa ho da offrire adesso? Quali pensieri posso scegliere di pensare ora?
° L’unico modo in cui il passato si trascina nel presente è attraverso un non-perdono. Il Corso in Miracoli arriva addirittura a dire che qualsiasi problema io abbia nella mia vita, questo è di certo il risultato di un non-perdono. Di qualcosa o qualcuno che non ho perdonato, cioè che accuso e incolpo, ritenendolo responsabile della mia infelicità. Potrei perfino essere io stesso. Non è solo l’evento ad imprigionarmi, sono soprattutto i miei pensieri riguardo a quell’evento o alle persone coinvolte che mi incatenano. O meglio, i fatti sono di certo accaduti e a questo punto io non posso fare niente per evitarli (essendo già successi); ma posso invece fare molto imparando a pensare dei nuovi pensieri riguardo ai fatti che sono successi. Può apparire una magra consolazione, in realtà può essere una chiave per la libertà.
° Per lasciare andare il passato è necessario lasciare andare il modo in cui lo guardo. L’unica maniera per fare sì che le cose dolorose del passato non abbiano più effetto su di me, è riconoscere chi sono stato io in quelle occasioni, guardare con onestà a quali miei comportamenti hanno funzionato e quali invece no, e concedermi la possibilità di mettere in pratica da oggi stesso nuovi modi di agire, comunicare e perfino pensare che siano invece più funzionali e creativi. Se due anni fa ho agito al meglio delle mie capacità e oggi sarei in grado di fare diversamente, metto in pratica subito il modo nuovo anziché passare il tempo ad incolpare me stesso o qualcun altro per come sono andate le cose. Se anche due anni avrei potuto fare di meglio in realtà ma per qualche ragione non è andata così, lo riconosco adesso e inizio subito a essere la persona che in quel pasticcio non si caccerebbe più; o che non si farebbe trattare male senza ribellarsi; o che non cederebbe alla paura o alla rabbia ferendo delle persone care.
Noi guardiamo al futuro sperando di riavere un giorno la possibilità di recuperare ciò che abbiamo perso, che ci venga concessa una seconda occasione per riparare, nella speranza che allora saremo all’altezza dell’occasione. E nella maggior parte dei casi guardiamo al passato con tristezza, trovando lì tutte le ragioni per cui oggi non siamo felici o non stiamo vivendo la vita che vorremmo. Ma il futuro non nasce da un taglio netto con il passato, piuttosto il contrario: il futuro in realtà è già insito nel passato.
Le manifestazioni di domani sono il risultato dei pensieri di oggi. I miei successi di domani sono il riflesso della mia accettazione dei fallimenti di ieri. La felicità di domani è il risultato del mio perdono per gli errori di ieri.
Quante volte abbiamo guardato alla nostra vita pensando: qui ci vorrebbe un miracolo! Il Corso definisce miracolo come uno spostamento di percezione dalla paura all’amore. Un cambiamento da un pensiero di attacco a uno amorevole.
Nel momento stesso in cui sono disposto a guardare al vecchio con occhi nuovi, lascio andare il passato ed entro pienamente nel presente, aperto alle infinite possibilità che in ogni istante la Vita ha pronte per me.